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Oggi era l’ultimo giorno degli autobus maltesi. Li abbiamo seguiti e anticipati a Cirkewwa, a Ghallis Tower, a triq Wettinger. Abbiamo reincontrato il Perkins di George, uno degli autobus più fotografato dell’isola. Ci dice che è riuscito a venderlo a degli inglesi, 40000 euro. Non sa dirci in che città andrà a finire e a fare cosa.
Il servizio era effettivo anche oggi, più o meno regolarmente. Abbiamo seguito un autobus da Rabat a Valletta. Non era possibile entrare nella solita piazza. Gli autobus dell’ATP hanno aspettato di partire per l’ultima corsa in un viale a parte. La piazza del tritone era transennata per la festa di presentazione della nuova compagnia. Una fila di autobus fiammanti attendevano di entrare nel nuovo terminal, a conclusione dei discorsi di due oratori, tra grandi proiezioni, fuochi d’artificio e un paio di classi di bambini con i palloncini. A seguire, e solo su invito, l’area del palco si è trasformata in una festa privata con jazz e camerieri con tartine, per inaugurare un servizio pubblico.
Una specie di ritrovo di notabili, a festeggiare la modernità, il nuovo, gli affari. Due strade più in là, in un buio malevolo e irreale gli ultimi 60 autobus di Malta concludevano il loro servizio dopo più di 60 anni di carriera, caoticamente affollati come sempre e salutati da una batteria di fotografi, fanatici e nostalgici, noi inclusi.
Senza neanche un colpo di clacson, l’ultimo autobus, un 62, è partito alle 23 da triq Sarria. Nel frattempo nella piazza del tritone le vecchie paline venivano abbattute con un flex e la forza bruta di un paio di operai che le facevano oscillare fino a spezzarle.
Non erano contenti di essere ripresi. Ci hanno detto: stop, abbiamo detto: no.
In culture più primitive o più evolute di questa ciascuno di quegli autobus avrebbe meritato un altare. Stanotte hanno aspettato al buio e nascosti dagli alberi l’ultima messa in moto.

verità o penitenza?